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AVVISO RADIO

“Si segnala la presenza di pescecani al largo delle spiagge italiane” (Avviso radio)

E’ Agosto. Per scapoli e ammogliati, lavoratori della mano e lavoratori della penna, è tempo di lasciare i campi e le officine e andare verso il mare, dove, se risuonano voci di sirene, sono quelle delle poco vestite fanciulle troppo alle prese col gioco della palla o del tamburello per accorgersi dei pericoli in agguato al largo. Sotto l’ombrellone, al sole che gli rosola i glutei o allo spettacolo vario che gli scalda il cuore, il capofamiglia italico, deposta la borghese o proletaria preoccupazione per l’integrità di serrature e persiane, minacciate dal nullafacente dell’est o del sud,  godono al pensiero che questo mondo sarebbe un bel mondo  se l’agosto durasse tutto l’anno, come invece non accade. Inoltre, il clima agostano non attenua le preoccupazioni per il pericolo delle tempeste finanziarie in agguato, e l’animo del vacanziere, turbato  dalla tempesta  appena passata che ha rovesciato il suo carico di truffe bancarie, fallimenti e disoccupati sul paese, non viene certo sollevato dall’idea di quella in arrivo, con ogni probabilità altrettanto ricca degli stessi doni. E la preoccupazione per la sorte delle sostanze non trova certo conforto alla notizia  dei rovesci che colpiscono altre contrade,  sulle quali la tempesta imperversa da più anni;  ma la combinazione di sentimenti per aver scampato un pericolo può soltanto far meditare sulla instabilità delle  sorti umane non  tranquillizzare gli animi.

Intanto, quelli che la sanno lunga sui segreti della meteorologia finanziaria e hanno molti amici seduti sugli alti  scranni da cui si legifera, se la godono. Con i piedi all’asciutto e le tasche piene, ringraziano il proprio Dio, se per caso ne hanno uno, per aver ricevuto un cervello tanto fino da  riuscire a leggere nei segni equivoci del cielo le tempeste in arrivo, e, anzi, nell’aver contribuito ad avverarle, che poi significa avere particolare confidenza col Signore di tutte le cose del quale continua l’opera.

Noi non deprechiamo né approviamo, convinti come siamo che infinite sono le vie del Signore che l’uomo peccatore né conosce né può indovinare. Ci limitiamo a ricordare che dove regna la spensieratezza dei puri di cuore, o dei cervelli ottusi, abbondano pure le elucubrazioni dei cervelli acuti, quelli che non si limitano a registrare i fatti così come il destino li ammannisce al giusto o all’ingiusto, il che equivarrebbe riconoscere loro dignità oggettiva, ma fanno vedere il mondo come vogliono loro, o, per meglio dire, torna a loro più conveniente. Avendo la borsa piena mentre il risparmiatore che si era affidato alla loro saggezza, oltre che al loro buon cuore,  ce l’ha vuota,  gode pure  del consiglio e dell’opera di molti amici, a loro volta assai acuti. Intanto, non si creda che si possa montare una manovra di borsa al rialzo o al ribasso senza spendere nessuna goccia di sudore  e quindi sono giustificati quanti, avendo a cuore soltanto la giustizia sociale, vanno ripetendo che sarebbe una vera ingiustizia privare  il finanziere internazionale, acquattato nei fondali degli oceani o che si lascia trasportare dai flussi di denaro da una latitudine all’altra,  dei frutti delle sue fatiche. Al contrario, egli deve venir visto come la figura del vero benefattore dei nuovi internazionali tempi, mentre i risparmiatori, senza più risparmi e senza avvocati che li difendano, diventano  gli speculatori che pagano il prezzo della loro avidità di denaro altrui. Almeno, questo è quanto vanno ripetendo i rappresentanti ufficiali dei diritti dei lavoratori,   i quali, da veri difensori della giusta  causa,  non fanno mancare la loro solidarietà militante ai signori della borsa quando qualche giudice dimostra il coraggio di importunarli nei paradisi tropicali dove hanno trovato rifugio col loro denaro.

Negli articoli pubblicati in questo sito cercheremo di provare  la tesi rivoluzionaria, che le masse, nonostante il loro numero che esime dalla fatica di trovare spiegazioni originali, non hanno amici ma soltanto le attenzioni di astuti venditori di fumo abili nel prestare a chi ne è senza le frasi buone per illudersi di aver compreso fatti difficili da capire, tesi la quale però non può avanzare nessuna pretesa di originalità perché, da quando il mondo è mondo, non si è mai visto un potente danaroso restare senza amici, compari o frasi e se a qualcuno è capitata una simile disgrazia, vuol dire che, per un capriccio della sorte,  anche lui è rimasto senza denaro e perciò anche senza amici e senza frasi .

OSSERVATORIO SULLA PARTITOCRAZIA

1:AVVERTENZA AL LETTORE
Sovrapporre ai sorrisi delle grandi occasioni sfoggiati dagli uomini di partito nei manifesti elettorali, che a scadenze regolari fanno bella mostra di sé sui muri delle nostre città, non le loro parole ma la pratica che vi dovrebbe corrispondere, non significa certo alimentare il sospetto come di chi non voglia lasciarsi accalappiare da un incantesimo alla portata persino dei commessi di negozio. Si tratta invece di un atteggiamento salutare, perché se le parole sono qualcosa di più dell’aria mossa nel pronunciarle, lo si deve al fatto che ne richiamano molte altre, necessarie del resto per garantire dell’animo veritiero delle prime. Se poi invece dello sfoggio di una dentatura ben curata vengono offerti volti pensosi del pubblico bene, il nostro atteggiamento a ricercare le pulci non cambia, come non cambia quando ci capita di ascoltare gli illusionisti dalla parola scorrevole mentre seminano in mezzo al vasto pubblico le illusioni che fanno andare a letto con qualche speranza in più. Perdere l’antica fede nelle magiche virtù delle parole, convincersi del tramonto definitivo del sol dell’avvenire, può alla fine non risultare un male perché significa guardare alle cose di questo mondo senza le confortevoli illusioni di una volta e quindi andare a letto soltanto per riposare e non per lasciarsi cullare dall’idea del dolce che ci aspetterebbe al risveglio.

2: COME TI ERUDISCO IL PUPO
Vogliamo partire col nostro notiziario sulla partitocrazia(termine coniato dal giurista Giuseppe Maranini nel 1949)da alcuni dati grezzi, ma non per questo meno significativi. A guardar bene, nella loro semplicità essi lasciano trasparire, come attraverso un prisma ottico, tutta la potenza devastante di una distorsione della vita economica, sociale e politica del nostro paese per lungo tempo scambiata per condizione di normalità.
Secondo l’Ocse, l’Italia occupa il penultimo posto, tra i paesi che fanno parte di questa organizzazione, per la quota di PIL dedicata alla scuola,il 4,5 % contro il 6 % medio degli altri paesi(dati 2009). In compenso,per la statistica riportata nella tabella sottostante, il numero degli eletti alle cariche pubbliche, regolarmente stipendiati,con i soliti familiari e amici a carico, si aggira intorno a 144.000,circa la somma di tutti gli eletti in tre paese Spagna, Francia e Germania messi insieme. Senza contare l’esercito,anche più numeroso e combattivo di quello dei politici,dei consulenti e degli amministratori pubblici di nomina politica, spesso uomini di partito trombati in qualche turno elettorale, pure loro con famiglia a seguito con giuste esigenze famigliari a soddisfare.

3:INFORMAZIONI PER FARSI UN’IDEA PIÙ PRECISA DELLA PARTITOCRAZIA
Il 2° Rapporto UIL sui costi della politica del luglio 2012, offre un quadro abbastanza completo e attendibile dei costi diretti e indiretti della partitocrazia, ossia, della quota di ricchezza nazionale di cui i partiti, in un modo o nell’altro, si appropriano e che potrebbe venir impiegata per scopi sociali o produttivi.
Secondo l’ultima inchiesta di questa organizzazione sindacale, oltre 1,1 milioni di persone in Italia vivono direttamente o indirettamente di politica, con una spesa annuale di 23,1 miliardi di euro. Come visto sopra, di queste, 144.000 occupano il loro posto per mandato elettorale, come ministro, parlamentare, consigliere o assessore nelle giunte regionali, provinciali e comunali. Ad essi vanno aggiunti 24. 000 consiglieri di amministrazione delle 6978 società partecipate, con un costo complessivo di 2,6 miliardi di euro l’anno, nonché un esercito di consulenti, perché si deve supporre che consiglieri e politici siano dei perfetti ignoranti nelle questioni amministrative, che comportano una spesa di circa 3 miliardi di euro
La UIL ipotizza che riportando i costi della politica al suo livello fisiologico, si possa realizzare un risparmio di circa 10,4 miliardi di euro l’anno.
Un quadro più completo della pletora di faccendieri che gravitano attorno alla politica, si dovrebbe dire attorno al bilancio pubblico, è riportato nella tabella sottostante.

NUMERO DI PERSONE IN POLITICA(elaborazione UIL)

ENTI NUMERO

Parlamento e governo 1067
Province 3857
Comuni 137.936
CDA aziende pubbliche 24.432
Collegi revisori, collegi sindacali PA e aziende pubbliche 44.165
Personale di supporto politico 38.120
Apparato politico 390.620
Incarichi e consulenze PA e aziende pubbliche 487.949      

4:REVISIONO DUNQUE SONO
Poiché il rappresentante di partito è ricco di parole sonanti con le quali il vasto pubblico viene nutrito e illuso, vogliamo ricordare alcuni fatti che meglio di un lungo discorso possono darci l’idea delle sue capacità di badare ai fatti, soprattutto quando si tratta di avviare un progetto per i cammini tortuosi delle revisioni di spesa(in alto) a vantaggio degli amici e proprio, dote necessaria nella lotta per la sopravvivenza.
Il costo per chilometro dell’Autostrada del Sole(iniziata nel 1963) viene stimato in circa 4 milioni di euro in valuta d’oggi. Per costruire i 23 chilometri della Conegliano-Pordenone, iniziata nel 1986 e non ancora ultimata, sono stati spesi 22 milioni di euro per chilometro (G.A.Stella, S.Rizzo: La deriva, 2008,p.21). Aggiungiamo che la Metropolitana di Milano è costata 130 miliardo per chilometro,a fronte di un costo di 45 per quella di Francoforte. Come mai? si chiederà lo smarrito cittadino. Al lettore la non ardua risposta.

5: CARNE DA MACELLO
”Bisogna in specie sfatare il luogo comune tutto italiano,secondo il quale ci sarebbe un rapporto causale tra partiti forti e corruzione politica. La corruzione si diffuse invece quando i partiti smarrirono la funzione essenziale di concorrere con metodo democratico alla vita politica nazionale,…,e divennero partitocrazia,cioè occupazione del potere. Partiti forti nell’occupare il potere ma deboli nella loro intima funzione sociale,nella partecipazione popolare,nel consenso profondo” (C.Salvi, M.Villone, I costi della democrazia, 2005, p.19). I partiti deboli diventano preda dei propri boiardi che controllano pacchetti di voti, senza trascurare i poteri economici in grado di trasformare questa debolezza in opportunità da far fruttare a proprio vantaggio. I partiti senza politica, seguendo la loro logica intrinseca, hanno cercato il potere senza badare ai mezzi. Così la partecipazione popolare è stata sostituita dalla ricerca del consenso elettorale senza lesinare in promesse che si sapeva di non poter mantenere. I partiti senza cultura politica e senza intima adesione popolare hanno fatto ricorso a tecniche di persuasione mutuate dalla pubblicità commerciale, soprattutto a quelle televisive oppure, in modo più riservato, a ricerca del consenso in cambio di favori. Sono nati i partiti personali, le organizzazioni volte a procacciarsi pacchetti di voti con ogni mezzo e da vendere poi al miglior offerente. Questa ci sembra la spiegazione della pletora di liste che ad ogni tornata elettorale troviamo sulle schede, sempre più larghe rispetto alla tornata precedente. Dalla partitocrazia classica degli anni antecedenti l’89, con i suoi partiti compattati dalle ideologie, con i suoi comizi affollati, con le sue parole d’ordine pronte a far scattare il riflesso condizionato dell’applauso e del fischio, si è passati ai partiti cosche che difendono soltanto gli interessi privati del proprio personale dirigente e dei rispettivi portaborse.

6:MORTE NOSTRA VITA LORO
A riprova della sollecitudine e sistematicità con le quali molti politici,dimenticate le fatiche e le promesse della campagna elettorale,sanno provvedere alle proprie fortune, basta citare alcuni altri dati, riferibili questa volta alle istituzioni regionali. Il reddito medio pro capite nelle regioni più ricche d’Italia (Trentino Alto Adige, Lombardia,ecc.) è circa il doppio rispetto a quello delle regioni più povere (Calabria, Sicilia)(32.000 euro nelle prime contro 16.000 delle seconde). Di contro, forse a ricompensa delle fatiche spese per amministrare territori in condizioni così disastrate,i consiglieri regionali siciliani hanno ritenuto di aver diritto a un’indennità mensile di 12.434,più una diaria di 4.033 euro, che naturalmente si sono subito assegnati,ben superiori agli emolumenti dei consiglieri lombardi (8.082 e 2.602 euro rispettivamente) (C.Salvi e M.Villone,cit., p.40). Nello stesso tempo,il presidente della regione siciliana ritiene di aver bisogno dei servigi di 23 addetti stampa i quali,a differenza dei 20.000 forestali che si prendono cura di foreste che non ci sono, ma tengono famiglia e vanno regolarmente pagati,si affaticano a ritagliare gli articoli di giornali,a riunirli in raccoglitori e a trasportare questi ultimi da una stanza all’altra. Si potrebbe continuare rivelando come gli eletti nei consigli provinciali, comunali e circoscrizionali, i consulenti vari,abbiano saputo provvedere ai propri affari,senza dimenticare quelli di amici, parenti e i galoppini elettorali,adeguatamente ricompensati. Il loro esemplare attaccamento alla famiglia e agli amici, dei quali provvedono ad incrementare i cespiti,è dimostrato anche dall’interesse col quale tengono d’occhio le svendite degli appartamenti di lusso da parte degli enti pubblici. Senza dimenticare i tempi grami e la vecchiaia che, si sa, è un tempo gramo da sé.
Confessiamo di provare una certa invidia nei confronti di chi ha saputo provveder così bene a se stesso e senza dover affrontare gli incerti di una libera professione, dell’industria o del commercio, ma predicando a destra e a manca di pensare soltanto al “bene della gente”, ossia, proprio quello che la gente vuole sentirsi dire.

7:PAROLE IN LIBERTA’
Come non risparmia parole, il demagogo è esperto nell’arte di farle stare in piedi appoggiandole non alle cose, come usano le persone desiderose di farsi capire, ma ad altre parole,che è poi arte sopraffina,da paese di lunga civiltà. Predicando la difesa della libertà o della democrazia sostanziale,le cui chiavi si troverebbero nelle imprescrittibili leggi della storia,rivelate soltanto o lui, ha concorso a che si eclissasse il senso della democrazia formale,a tutto vantaggio delle sostanze dei padroni della stampa dai quali i lettori sono istruiti sul bene e sul male,sia quello generale che quello loro particolare. Un affare che non sente nemmeno il bisogno di nascondersi ma,nero su bianco,viene servito tutte le mattine,insieme alla colazione. Se poi è il caso di mettersi ad accusare il destino cinico e baro che ha popolato il nostro paese di demagoghi e padroni della stampa ed è così scarso di statisti,è questione che lasciamo ai lettori

8: RIEN NE VA PLUS
La partitocrazia rifulge nelle lottizzazioni,come quella in atto nella sanità dove frequentemente i primari ospedalieri sono scelti in base alla loro appartenenza a qualche partito, corrente o sottocorrente e non per una specifica competenza a quel ruolo (C. Salvi, M. Villone, op.cit., p. 65) ma non trascura nemmeno i profitti procurati dalle società che gestiscono i giochi d’azzardo,amministrati da uomini di fiducia dei partiti, personaggi spesso dal passato non sempre cristallino e anzi in rapporti stretti con la malavita organizzata, la cui indubbia competenza nel campo del gioco d’azzardo non è lecito mettere in dubbio. Così,accanto ai bisturi di partito si vanno profilando anche i partiti biscazzieri.

9:COME TI AFFONDO LA FLOTTA.
Un caso illuminante di amministrazione partitocratrica è quello della società Tirrenia,la più disastrata azienda di navigazione che abbia mai solcato i mari del mondo,capace di ingoiare,tra il 2002 e il 2007,oltre un miliardo di euro di finanziamenti pubblici per ripianare i disavanzi di gestione. Al lettore curioso di sapere come si sia arrivato a questi risultati,consigliamo la lettura del libro di Stella e Rizzo(G.A.Stella e S.Rizzo,La deriva, p.67). La Federlinea,è un apposito organismo che “rappresenta le società del gruppo Tirrenia nelle trattative sindacali e nella stipulazione degli accordi collettivi di lavoro, occupa in tutto 6 dipendenti,ma ha un consiglio direttivo di 8 persone,un comitato esecutivo di 4,un collegio sindacale di 5,un direttore generale e un condirettore” con stipendi all’altezza di tali altisonanti incarichi (ibidem,p.70). Il caso Alitalia meriterebbe un trattamento a parte,benché segua fedelmente il modello consolidato del denaro pubblico gestito privatamente e solidalmente da patiti di governo e quelli all’opposizione, solidali come non mai quando si tratta di sistemare adeguatamente, a spese del denaro del contribuente, i propri rappresentanti che non sono riusciti a sistemare per via di incarichi politici.

10: IL MODERNO CHE AVANZA
Per farsi un’idea di come nei nostri parlamentari le preoccupazioni per il proprio reddito siano cresciute nel tempo, può tornare utile confrontare la situazione dei primi anni di vita repubblicana con quelli dei parlamentari di oggi.
Nel primo parlamento nazionale, quello cui sedevano Einaudi, De Gasperi, La Malfa, gli emolumenti comprendevano un’indennità mensile di 65 mila lire, più una diaria di cinquemila lire per ogni giorno di seduta come rimborso spese, in tutto circa 150 mila lire al mese, equivalenti a circa cinque volte il salario medio di un operaio o impiegato. Oggi, il parlamentare gode di indennità mensile di 12.000 euro, più una diaria pure mensile di 4000 euro, che insieme corrispondono a circa 12 stipendi medi(C. Salvi, M. Villone, cit.,pp. 35-6). Senza contare rimborsi spese e agevolazioni varie e senza che la qualità media sia migliorata o la produttività aumentata.

11:La casta di G.A.Stella e S.Rizzo,il libro di Salvi e Villone su I costi della democrazia,spiegano La Deriva,pure di Stella e Rizzo proprio come quest’ultimo spiega i primi due. La ricerca dei privilegi da parte del personale partitico non si risolve soltanto in un consumo di risorse prodotte col lavoro di tutti ma, il che è ancora peggio,distorce l’azione politica e l’allontana dai suoi specifici compiti,tra i quali possiamo mettere quello di tenere le città pulite dai rifiuti e le strade senza tante buche,nonché assicurare gli ausili ottimali a malati, infanti,puerpere e senescenti, ridurre il numero delle casalinghe scippate del borsellino agli incroci delle strade. Né è da sperare che la politica si riformi da sé, visti i vantaggi che i politicanti ricavano dalla presente situazione.

12:Salvi e Villone sui controlli di merito,contabile e di legittimità sull’operato delle pubbliche a amministrazioni locali e centrali, società pubbliche a gestione privata e dirette da dirigenti di nomina partitica e lautamente pagati per fare gli interessi dei caporioni di partito, sono affidati ad agenzie il cui personale è pure di nomina politica. Se poi a qualche magistrato venisse in mente di vederci chiaro, si è provveduto a depenalizzare i reati connessi alla gestione pubblica(abuso d’ufficio, malversazione, corruzione,concussione), il che può significare soltanto fare le pentole e i coperchi.

GLI SQUALI BICEFALI (Su alcuni mostri marini che frequentano i nostri mari)

Gli abitanti della penisola godono di un privilegio unico di cui sono privi i meno fortunati abitanti di altre contrade. Infatti, i mari italiani, accanto alle specie di pescecani descritti nell’articolo: Ittiologia finanziaria e che si trovano anche altrove, godono della presenza e delle attività di una specie singolare, ben acclimatata soltanto nelle acque vicine alle nostre coste.  Essa, per la sua singolarità,  non trova ancora spazio adeguato nei manuali economici che si stampano nei paesi progrediti, i quali sono tali per rifuggire dai fenomeni estremi, da quegli scherzi della natura in cui questa rivela la sua indifferenza per le leggi del giusto e del bene, ubbidendo essa all’altra legge, quella che è sua e di nessun altro, del mordere per non essere morsi.

Intendiamo parlare dello squalo bicefalo, animale assai simile ai nostri trust editoriali finanziari che ha trovato nell’ambiente del progressivismo televisivo le condizioni più propizie per prosperare. Possedendo due teste, possiede pure due bocche, e un tanto dono di natura gli conferisce il diritto ad occupare un posto speciale nella linea evolutiva della specie. Doni che peraltro sono impiegati bene, perché una bocca gli serve per ringhiare quando al suo orecchio sensibile  arriva qualche minaccia per le fortune degli azionisti di riferimento, come pure per uggiolare di piacere quando  al suo naso anche più sensibile giunge  l’odore di qualche buono affare. Ma non si pensi che manifesti sentimenti e pensieri soltanto abbaiando, come si conviene alla sua natura canina, perché, quando lo ritiene opportuno, non sa trattenersi dal dispensare al popolo notizie debitamente manipolate, vale a dire, minimizzate o amplificate secondo il caso,  oltreché  utili insegnamenti, profondi consigli  ed elevati principi, tutti  al fine di restare devoto agli amici del popolo, che per puro caso coincidono con gli uomini pubblici fatti eleggere con ben orchestrate compagne e mandati a sorvegliare i flussi di denaro, caso mai dimenticassero la strada.

Del resto, avere un pubblico educato a dovere e consigliato su tutto  è pure quello che ci vuole per creare quelle influenze così preziose alla parte mordace, quella che bada alla sostanza, qualcosa che si può mettere sotto i denti o infilare nella borsa.

Infatti, disponendo di un pubblico ben addestrato, con la visione del mondo più moderna, non ci vuole poi tanto a trasformare alcuni avvocati metropolitani o di provincia in rappresentanti del popolo da infilare  nella stanza dove vengono prese le decisioni che contano, quelle che fanno viaggiare i soldi da una tasca all’altra,  e ogni speculatore di borsa sa quanto vale avere in materia informazioni attendibili prima degli altri.

Ci si potrà chiedere perché simili scherzi dell’evoluzione abbiano trovato nel nostro paese le condizioni migliori per prosperare. La domanda è pertinente e merita una risposta benché per rispondervi non occorra scomodare la storia, che pure ha le sue colpe, perché in tempi non troppo lontani, ci si doveva piegare al gabelliere protetto dall’armigero straniero e benedetto dal prete nostrano, sebbene cercando sotto banco di comprarlo o nascondergli parte della mercanzia, atti di doppiezza non facili da dimenticare soprattutto se tornano ancora  utili. Per averne conferma oggi, basta seguire gli spettacoli che tutti i giorni vengono ammanniti al popolo col più grande apparato di parole grosse, gesti rituali e vesti confezionate per confermare e santificare tanto le parole che i gesti e che tengono gli occhi delle masse rivolti in alto e le bocche spalancate. Si dirà che qui si tratta di antiche pratiche pensate da cervelli formatisi in epoche di oscurantismo definitivamente fugate dalla luce del progresso e dai megafoni funzionanti al massimo del volume dei suoi odierni rappresentanti. Ma non è così, perché gli amici del progresso, dato il cervellone che si ritrovano,  reso peraltro ancora più voluminoso dai libroni infallibili letti nelle lingue originali o in traduzioni, vanno assicurando di avere le spiegazioni di tutte le questioni intricate, le risposte a tutte le domande, tanto da risparmiare ai seguaci la fatica di capire da sé come stanno le cose che li riguardano, soprattutto perché si cade nel peccato di individualismo nocivo alla marcia della storia, che deve riguardare tutti. A capire ci hanno già pensato loro e voler usare la propria testa rappresenta un peccato spiegabile  soltanto con l’esistenza di un residuo di oscurantismo non ancora fugato  dalla luce delle verità storichee dialettiche

Siccome abbondano di spiegazioni, una merce senza la quale si rischierebbe di iniziare la giornata all’oscuro di come va il mondo, e quindi esposti al pericolo di deragliare, i signori che hanno fatto delle spiegazioni  la scala per salire agli alti scranni, non potevano che allearsi con quelli che si limitano a piegare i fatti di cronaca, essendo la cronaca più vicina al modo di sentire e pensare dell’uomo della strada quando invece di rivolgere gli occhi al cielo,o alle nuvole, deve guardare dove mette i piedi. Ne è nato un sistema di potere costruito sulla diffusione dei lumi  irradiati dalle eterne verità, per meglio nascondere nelle zone d’ombra che persino tanta luce finisce per proiettare,   quelle verità prosaiche, come evitare che il cavalcavia  cada sulla testa  dell’automobilista di passaggio o che il pensionato possa dormire i suoi sonni senza doversi svegliare in piena  notte con un coltello vicino alla sua gola mentre gli si intima di rivelargli dove ha nascosto la pensione.

Questa doppiezza che non potrebbe non scandalizzare altrove, tra quella prosaica gente che si limita a fare i conti col presente piuttosto che a immaginare i futuri più radiosi, da noi viene vista come la necessaria dote per ben vivere, avere seguaci pronti ad urlare o ad applaudire ad ogni  comando  e fare carriera. Così da noi anche la sardina più innocua, lo sgombro più attento alle sue cose, ha trovato conveniente nel loro piccolo farsi crescere due teste e sentirsi all’altezza dei tempi e dei maggiori pescecani, riempirsi la bocca di frasi sulla giustizia e sull’ingiustizia in attesa di mettere sotto i denti quelle pietanze più sostanziose che l’esercizio del potere non manca di destinare a quanti possiedono due teste.