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I CLUB DI LETTURA E DISCUSSIONE(Come si aiuta il fazioso a guadare senza gli occhiali colorati?)

CHE COSA SONO I CLUB DI LETTURA E QUAL’E’ IL LORO SCOPO ?

Prima di rispondere alla domanda del titolo,sentiamo il bisogno  di dare alcuni ragguagli clinici sulla malattia che si vuole curare  con l’aiuto dei club di lettura. Perché lo spirito di faziosità, che nel nostro paese si scatena periodicamente, e nelle forme più virulenti,  come un’epidemia, costituisce senza dubbio un’infezione in grado di debilitare il retto giudizio che, se deve avere come riferimenti i fatti, non va certo trasformato nell’apologia dei fatti che tornano più comodi al giudicante. Giudizi simili sono più atti a far salire il sangue alla testa che ad illuminarla, come è normale che sia nei cervelli di sana e robusta costituzione. Si tratta dunque di un malanno meritevole perché ce se ne occupi  diffusamente, se ne descrivano i sintomi, se ne cerchi la causa scatenante e se ne prescriva la cura, per quanto i rimedi farmaceutici possano servire.

Se l’origine lontana del nazionale morbo della faziosità va cercata nel periodo glorioso delle “libertà d’Italia”, quando ciascun paese e paesello alzava mura o staccionate,  scavava fossati per fermare imperatori stranieri desiderosi di mettere le mani sui bilanci pubblici, ma che poi servivano altrettanto efficacemente per fermare le milizie dei paesi e paeselli vicini ai quali erano state svuotate le case e desiderosi a loro volta di riprendersi il maltolto, la causa vicina temiamo vada invece cercata in un mancato sviluppo civile che alla frattura territoriale ha sostituito quella tra categorie e gruppi, ciascuno armato di una sua propria visione del mondo o, almeno, di una provvista di slogan separatisti, pronti a incendiare tutto se non riceve una parte di quel denaro pubblico che i loro democratici capi intascano per ripagare i padroni del denaro anticipato per vincere nelle elezioni e,se resta qualcosa nella cassa,  anche per ripagare se stessi del fiato speso a diffondere promesse di radiosi avvenire nelle piazze o a gridare in coro frasi ad effetto per meglio convincere i distratti o i troppo occupati in altre faccende che si è in tanti a pensarla nello stesso modo, rimedio efficace a sostituire tediosi ragionamenti e studi altrettanto faticosi. Questo è argomento definitivo, perché nella democrazia il numero è tutto e la semplice conta alla fine abolisce il dovere di appoggiare le proprie verità su dimostrazioni.

Con questo pensiamo di aver tracciato un profilo attendibile del fazioso  nostrano. Chiuso nel suo mondo privato, ne esce soltanto per immergersi nella folla dei suoi simili dove non si ritiene importante approfondire le proprie ragioni, figuriamoci ascoltare quelle degli altri.  Esso vuole il suo e, se possibile, anche quello dell’altro, e per averlo, ama frequentare i luoghi dove ci si raccoglie per gridare quelle verità storiche che non hanno bisogno di venir dimostrate ma soltanto messe in pratica, passando dal lancio degli slogan al lancio delle pietre contro i refrattari, che dovrebbero essere anche più convincenti degli slogan.

Ma i faziosi, anziché prosperare, come avviene nella realtà,  mancherebbero persino dell’aria respirabile se la loro specie non fosse coltivata dalle mani amorevoli dei trust editoriali e finanziari che vi vedono un materiale facilmente influenzabile e quindi merce preziosa da scambiare con i capo partiti in vista di quei favori fiscali e di bilancio, di quelle notizie riservate sugli andamenti di borsa che tanto fanno felici i finanzieri.

Ciò ammesso, non pensiamo però che il rimedio sia di lasciare i finanzieri cuocere nel loro brodo,  e passare dalla lettura dei loro giornali, votati a sentir loro soltanto a diffondere la verità, a quella dei fotoromanzi.  Si vuole invece che si continui a leggere, e anche più di prima, ma senza fermarsi al suono delle parole, degli slogan  ripetuti per piegare l’assenso e rendere l’ascoltatore straniero al proprio stesso cervello, tanto più grondanti di amore fraterno quanto più inconfessabili sono gli interessi che lo dettano.

Ma è invano sperare la salvezza armandosi di disdegni personali o di gruppo e radunarsi in un’altra piazza per gridare slogan di diverso tenore rispetto a quello dei faziosi. Quello che si vuole ottenere è invece una conoscenza quanto più oggettiva e completa dei fatti che le parole spesso aiutano a rivelare e altrettanto spesso a nascondere. Perché si può essere contro Tizio o contro Caio, ma prima occorre conoscere i fatti sui quali si basano le ragioni della nostra inimicizia. Soltanto col possesso di  una simile conoscenza senza  concessioni verso chi che sia, posiamo scegliere e determinarci senza lasciarci fuorviare da illusioni sulle nostre verità o da prevenzioni sulle verità altrui. Da essa soltanto, frutto di impegno individuale e cooperazione sociale, possiamo attendere la difesa e la promozione del nostro vero interesse senza prevaricare quello degli altri.

Nel gruppo di lettura, si andrà ad illuminare gli angoli bui che si celano sotto le frasi più scorrevoli della stampa perché oliate con le più sacre verità del giorno, delle quali del resto i loro finanziatori possiedono l’esclusiva;  si vorrà scoprire quale interesse si cela nelle frasi umanitarie, nelle dichiarazioni d’amore verso quanti proprio essi hanno defraudato del dovuto, perché accompagnando di risate le menzogne smascherate dei potenti non servirà per ottenere la restituzione del maltolto, ma almeno ci potrà risparmiare di nutrire la minima illusione sul loro conto. Un simile proposito vuole quindi andare oltre quello di sostituire l’inganno con la verità, che pur fortifica sempre lo spirito, ma potrà diventare impegno politico sostenuto dalla cultura. Soltanto nel confronto fondato sulla conoscenza dei fatti e non nel lancio di opinioni covate nel silenzio dei propri arretramenti, gli spiriti possono uscire dall’isolamento dell’animale che teme di tutto e ottenere il riconoscimento di se stessi mentre riconoscono gli altri e, mirando a una posizione di superiore razionalità, giungere a quelle convinzioni sulle quali cresce lo spirito civico.

Tra i fatti da conoscere, mettiamo gli interessi che i plasmatori dell’opinione pubblica nascondono sotto le loro verità delle quali è peccato dubitare, perché se potente è il denaro quando acquista al mercato le penne con cui confezionare la merce tossica spacciata ogni mattina negli angoli delle strade, se vuole vendercela  deve pur salire sul palco, mostrare le sue arti sublimi di piazzista, ed esporsi agli sguardi e all’intelligenza del pubblico, quindi a quel giudizio che a tutti i costi vuole evitare.