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GLI SQUALI BICEFALI (Su alcuni mostri marini che frequentano i nostri mari)

Gli abitanti della penisola godono di un privilegio unico di cui sono privi i meno fortunati abitanti di altre contrade. Infatti, i mari italiani, accanto alle specie di pescecani descritti nell’articolo: Ittiologia finanziaria e che si trovano anche altrove, godono della presenza e delle attività di una specie singolare, ben acclimatata soltanto nelle acque vicine alle nostre coste.  Essa, per la sua singolarità,  non trova ancora spazio adeguato nei manuali economici che si stampano nei paesi progrediti, i quali sono tali per rifuggire dai fenomeni estremi, da quegli scherzi della natura in cui questa rivela la sua indifferenza per le leggi del giusto e del bene, ubbidendo essa all’altra legge, quella che è sua e di nessun altro, del mordere per non essere morsi.

Intendiamo parlare dello squalo bicefalo, animale assai simile ai nostri trust editoriali finanziari che ha trovato nell’ambiente del progressivismo televisivo le condizioni più propizie per prosperare. Possedendo due teste, possiede pure due bocche, e un tanto dono di natura gli conferisce il diritto ad occupare un posto speciale nella linea evolutiva della specie. Doni che peraltro sono impiegati bene, perché una bocca gli serve per ringhiare quando al suo orecchio sensibile  arriva qualche minaccia per le fortune degli azionisti di riferimento, come pure per uggiolare di piacere quando  al suo naso anche più sensibile giunge  l’odore di qualche buono affare. Ma non si pensi che manifesti sentimenti e pensieri soltanto abbaiando, come si conviene alla sua natura canina, perché, quando lo ritiene opportuno, non sa trattenersi dal dispensare al popolo notizie debitamente manipolate, vale a dire, minimizzate o amplificate secondo il caso,  oltreché  utili insegnamenti, profondi consigli  ed elevati principi, tutti  al fine di restare devoto agli amici del popolo, che per puro caso coincidono con gli uomini pubblici fatti eleggere con ben orchestrate compagne e mandati a sorvegliare i flussi di denaro, caso mai dimenticassero la strada.

Del resto, avere un pubblico educato a dovere e consigliato su tutto  è pure quello che ci vuole per creare quelle influenze così preziose alla parte mordace, quella che bada alla sostanza, qualcosa che si può mettere sotto i denti o infilare nella borsa.

Infatti, disponendo di un pubblico ben addestrato, con la visione del mondo più moderna, non ci vuole poi tanto a trasformare alcuni avvocati metropolitani o di provincia in rappresentanti del popolo da infilare  nella stanza dove vengono prese le decisioni che contano, quelle che fanno viaggiare i soldi da una tasca all’altra,  e ogni speculatore di borsa sa quanto vale avere in materia informazioni attendibili prima degli altri.

Ci si potrà chiedere perché simili scherzi dell’evoluzione abbiano trovato nel nostro paese le condizioni migliori per prosperare. La domanda è pertinente e merita una risposta benché per rispondervi non occorra scomodare la storia, che pure ha le sue colpe, perché in tempi non troppo lontani, ci si doveva piegare al gabelliere protetto dall’armigero straniero e benedetto dal prete nostrano, sebbene cercando sotto banco di comprarlo o nascondergli parte della mercanzia, atti di doppiezza non facili da dimenticare soprattutto se tornano ancora  utili. Per averne conferma oggi, basta seguire gli spettacoli che tutti i giorni vengono ammanniti al popolo col più grande apparato di parole grosse, gesti rituali e vesti confezionate per confermare e santificare tanto le parole che i gesti e che tengono gli occhi delle masse rivolti in alto e le bocche spalancate. Si dirà che qui si tratta di antiche pratiche pensate da cervelli formatisi in epoche di oscurantismo definitivamente fugate dalla luce del progresso e dai megafoni funzionanti al massimo del volume dei suoi odierni rappresentanti. Ma non è così, perché gli amici del progresso, dato il cervellone che si ritrovano,  reso peraltro ancora più voluminoso dai libroni infallibili letti nelle lingue originali o in traduzioni, vanno assicurando di avere le spiegazioni di tutte le questioni intricate, le risposte a tutte le domande, tanto da risparmiare ai seguaci la fatica di capire da sé come stanno le cose che li riguardano, soprattutto perché si cade nel peccato di individualismo nocivo alla marcia della storia, che deve riguardare tutti. A capire ci hanno già pensato loro e voler usare la propria testa rappresenta un peccato spiegabile  soltanto con l’esistenza di un residuo di oscurantismo non ancora fugato  dalla luce delle verità storichee dialettiche

Siccome abbondano di spiegazioni, una merce senza la quale si rischierebbe di iniziare la giornata all’oscuro di come va il mondo, e quindi esposti al pericolo di deragliare, i signori che hanno fatto delle spiegazioni  la scala per salire agli alti scranni, non potevano che allearsi con quelli che si limitano a piegare i fatti di cronaca, essendo la cronaca più vicina al modo di sentire e pensare dell’uomo della strada quando invece di rivolgere gli occhi al cielo,o alle nuvole, deve guardare dove mette i piedi. Ne è nato un sistema di potere costruito sulla diffusione dei lumi  irradiati dalle eterne verità, per meglio nascondere nelle zone d’ombra che persino tanta luce finisce per proiettare,   quelle verità prosaiche, come evitare che il cavalcavia  cada sulla testa  dell’automobilista di passaggio o che il pensionato possa dormire i suoi sonni senza doversi svegliare in piena  notte con un coltello vicino alla sua gola mentre gli si intima di rivelargli dove ha nascosto la pensione.

Questa doppiezza che non potrebbe non scandalizzare altrove, tra quella prosaica gente che si limita a fare i conti col presente piuttosto che a immaginare i futuri più radiosi, da noi viene vista come la necessaria dote per ben vivere, avere seguaci pronti ad urlare o ad applaudire ad ogni  comando  e fare carriera. Così da noi anche la sardina più innocua, lo sgombro più attento alle sue cose, ha trovato conveniente nel loro piccolo farsi crescere due teste e sentirsi all’altezza dei tempi e dei maggiori pescecani, riempirsi la bocca di frasi sulla giustizia e sull’ingiustizia in attesa di mettere sotto i denti quelle pietanze più sostanziose che l’esercizio del potere non manca di destinare a quanti possiedono due teste.